Favorire il dialogo culturale in tutte le sue forme tra i paesi della sponda Nord  e quelli della sponda Sud del Mediterraneo.
 
 
 
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Le finalità della Fondazione

 
La Fondazione si propone di agevolare il formarsi di una cultura dello sviluppo nelle regioni più deboli del paese con particolare riferimento alla regione Sicilia. In questo senso occorre creare azioni sinergiche tra le regioni meridionali finalizzate a realizzare in Sicilia efficienti politiche della formazione, nonché a favorire tutte le forme di partecipazione orientate ad una migliore tutela dei diritti. In questo contesto è importante favorire il dialogo culturale in tutte le sue forme tra i paesi della sponda Nord  e quelli della sponda Sud del Mediterraneo, individuando nella Sicilia il territorio ideale per ubicare iniziative culturali che facciano di essa un vero e proprio hub della conoscenza.
 

Gli impegni
     
 

Nel perseguimento dello scopo istituzionale, la fondazione si impegna a:

a) svolgere ricerche e corsi di formazione che mirino a diffondere la cultura della partecipazione consapevole;
b) promuovere attività editoriali limitatamente allo scopo istituzionale;
c) divulgare le proprie iniziative attraverso i mass media e la rete internet;
d) organizzare in Sicilia convegni e incontri a livello nazionale ed internazionale per facilitare il dialogo tra i popoli del mediterraneo;
e) svolgere indagini finalizzate alla migliore conoscenza delle condizioni di vita dei popoli della regione mediterranea;
f) supportare attraverso la documentazione e la ricerca le attività delle istituzioni impegnate negli ambiti in oggetto;
g) diventare membro di altre organizzazioni e stipulare convenzioni con altre istituzioni

 
     
 
 
   
   


 

Crisi della politica e ricomposizione degli schieramenti.

Il contributo dei circoli socialisti

 

Francesco Barbalace
 

Le elezioni politiche del 27/28 Marzo 1994, svoltesi per la prima volta con il sistema elettorale maggioritario (legge Mattarella) danno inizio alla 12^ legislatura ed alla cosiddetta 2^ Repubblica. Nei 18 anni fin qui trascorsi (1994-2012) si sono alternate 5 legislature (dalla 12^ alla 16^ tuttora in corso) e si sono avvicendati ben 11 governi (compreso quello in atto) per una durata media di anni 1,6 per ciascuno di essi. La 12^ legislatura (governo di centro destra) si conclude in 24 mesi mentre la 15^ (governo di centro sinistra) si conclude in soli 732 giorni. Se la durata delle cinque legislature fosse stata pari alle previsioni del dettato costituzionale saremmo dovuti arrivare al 2019.

Le leggi elettorali adottate nel periodo considerato sono state tre: a) la legge Mattarella del 04/08/1993 (Mattarellum); b) la legge Tatarella del 24/02/1995 (Tatarellum); c) la legge Calderoli del 21/12/2005 (Porcellum). Rispetto a tutto ciò ci siamo posti le seguenti domande. Le suddette leggi hanno garantito l’alternativa bipolare, hanno assicurato stabilità ai governi nazionali e locali,hanno prodotto la selezione di classi dirigenti più qualificate, più competenti e più trasparenti sotto il profilo morale rispetto a quelle precedenti al 1994? Ed ancora: la aggregazione di forze tra di loro troppo diverse all’interno dei due poli hanno contribuito alla semplificazione ed alla riduzione del numero dei partiti? E questi, a loro volta, hanno assicurato al proprio interno il confronto e la dialettica o non piuttosto le segreterie, gli apparati e le oligarchie interne sono divenute i depositari esclusivi per la “nomina” del nostro Parlamento quando le premesse della vigilia erano invece quelle di ridurre “lo strapotere delle segreterie” dei vecchi Partiti?

Il bipolarismo tanto decantato ha instaurato tra i due blocchi contrapposti un civile, dialettico confronto attorno ai problemi reali del Paese oppure ha determinato un livello di rissosità e di incomunicabilità tali da portare alla abdicazione dalla politica e dal governo? Tanti che si richiamavano alla tradizione dei Partiti democratici espressione di grandi filoni culturali del nostro Paese (cattolici, liberali, repubblicani, socialisti o semplici cittadini animati da passione civile) hanno opposto il proprio netto rifiuto a processi di omologazione ed hanno ritenuto, pur tra non poche difficoltà, di organizzarsi in Movimenti, Associazioni, Circoli, Fondazioni, e/o altro attraverso le reti informatiche, riuscendo a svolgere un ruolo di stimolo e di sollecitazione ed attivando una sorta di sussidiarietà orizzontale rispetto alla afasia di tanti degli attuali Partiti.

La crisi della POLITICA sembra portare con se la fine del bipolarismo attuale. Se questa valutazione ha qualche fondamento di verità, dopo esserci interrogati noi stessi, vogliamo chiedere ad altri, a partire dalle associazioni che hanno accettato il nostro invito ed alle altre dichiaratesi disponibili, se è possibile immaginare un percorso non più solitario ma coordinato. Ci sorregge la idea, rispetto ad una nuova fase della politica che sembra annunciarsi, di potere concorrere, nelle forme possibili, alla ricomposizione o costruzione di nuovi schieramenti politici democratici che guardino ad una possibile alleanza tra progressisti e moderati accomunati da una comune, concreta cultura di governo e finalizzata non solo a vincere le tornate elettorali ma soprattutto a governare il Paese recuperando, per questa via, il contributo ideale e politico di forze che negli anni della democrazia repubblicana hanno dato testimonianza in tale direzione contribuendo alla ricostruzione economica, politica e civile delle istituzioni del nostro Paese.

 

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